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Rottame, prezzi in fase di assestamento

di Achille Fornasini

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Martedí 24 Febbraio 2009

La siderurgia è tra i comparti industriali più colpiti dalla recessione globale, zavorrata da una crisi finanziaria tutt'altro che rientrata. Gli effetti della contrazione della domanda mondiale d'acciaio, e del conseguente drammatico calo dei consumi, sono ben percepibili osservando i segnali del più classico dei barometri siderurgici: la dinamica dei prezzi del rottame.
Tenuto conto dell'attendibilità e dell'alta correlazione con i prezzi italiani, si analizzano dunque le quotazioni medie mensili in euro/tonnellata ex-works rilevate in Germania delle principali categorie di rottame.
È dal 2001 che lo scrap (rottame) si evolve al rialzo, fluttuando intorno a un trend ascendente, attraverso sei movimenti ciclici ben distinguibili. I primi due si completano nell'arco temporale 2003-2005, intercettando l'incremento di domanda d'acciaio proveniente dalle economie emergenti. In quel periodo, infatti, i prezzi segnano rialzi storici: dal 138% del frantumato al 167% delle torniture. Segue un'ampia correzione, mediamente del 50% a carico di tutte le categorie, e una serie di tre cicli minori. Si arriva così alla fine del 2007 con vaghe percezioni di ciò che sarebbe accaduto nei mesi successivi.
Il primo semestre 2008 si è invece rivelato eccezionale con performance vertiginose, che ridicolizzano i record del 2004: dal +86% delle cadute nuove al +116% delle torniture. Che la situazione fosse ai limiti della sostenibilità fu tuttavia evidenziato in occasione dello Steel Market Outlook tenutosi a Brescia l'11 luglio 2008. Chiamato come di consueto a commentare le dinamiche dei prezzi siderurgici con il supporto di indicatori volti a misurare l'intensità delle loro componenti cicliche e tendenziali, segnalavo agli operatori l'insolita tensione generata dall'eccesso di domanda e la posizione di "fine corsa" del rally.
La mia diagnosi fu chiara: era prossimo l'avvio della fase negativa del sesto ciclo del rottame. Tale prospettiva fu accolta con scetticismo, nella generale convinzione che la corsa al rialzo dei prezzi sarebbe proseguita impetuosa anche nel 2° semestre dell'anno.
Il seguito è noto: in soli quattro mesi i rottami sono crollati sui livelli del biennio 2002-2003. Il tonfo si è esaurito in novembre, con un calo medio delle quantità trattate del 40% e con tagli dei prezzi compresi tra il 49% delle cadute nuove e il 76% delle torniture.
In dicembre, a dimostrazione di come gli eccessi di mercato non possano reggere a lungo, si assiste a una reazione altrettanto violenta, trainata dal pesante cesoiato (+71%) e dalle torniture (+65%).
La risalita dei prezzi, che sancisce il completamento del sesto ciclo del rottame, ne apre uno nuovo, sebbene sia ancora prematuro qualificare le caratteristiche della sua prima fase. In gennaio, infatti, si nota un rallentamento dello spunto rialzista, come se il moto avesse perso la sua forza propulsiva. Una reazione, insomma, a quello stato borsistico che in gergo tecnico è definito "ipervenduto". E se si tiene conto della situazione congiunturale, si prospetta, quantomeno nel primo semestre 2009, un'evoluzione laterale, di sostanziale assestamento, prima che la fase positiva del settimo ciclo possa dispiegarsi cogliendo i primi segnali di ripresa. Le vicende del rottame – unitamente alle ampie oscillazioni che in questi ultimi otto anni hanno connotato i prezzi del minerale di ferro, del coke, dei noli mercantili e dell'energia – contribuiscono dunque a spiegare anche l'evoluzione dei prodotti siderurgici.
Prodotti lunghi
La stretta concordanza tra i movimenti del rottame e degli acciai è evidente nel raffronto tra l'andamento dei prezzi medi mensili in euro/tonnellata di tondo e vergella rilevati dalla Camera di commercio di Brescia con le dinamiche del rottame frantumato e da demolizioni rilevate dalla Camera di commercio di Milano (si veda il grafico): anche in questo caso si osservano il doppio ciclo 2003-2005, le tre fluttuazioni di modesta magnitudine e la vistosa oscillazione del 2008. Mentre la fase rialzista dell'ultimo ciclo (tondo +183%, vergella +84%) è comparabile con quella del periodo 2003-2005, la successiva correzione (-66% il tondo, -45% la vergella) è ben più profonda. Che si sia toccato il fondo, d'altra parte, è dimostrato dal contenuto recupero del rottame e dalla frenata dei ribassi di tondo e vergella realizzatesi tra dicembre e gennaio: dinamiche che prefigurano il definitivo esaurimento del ciclo 2008 e l'avvio del consolidamento laterale dei prodotti lunghi.
Interessante è il caso delle travi: in Germania, ove si può contare su accurati accertamenti riguardo allo stato dei magazzini, si rileva un'inedita decelerazione della velocità di rotazione, diretta conseguenza dell'accumulazione stimolata dai prezzi crescenti del prodotto durante l'intero 1° semestre 2008 e del successivo crollo delle vendite. Il destoccaggio langue ma prosegue, creando dunque le condizioni per un lento e graduale ritorno degli acquisti.
  CONTINUA ...»

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